Sicurezza e TPM

Blog post by Dimitri Viale

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February 5, 2020 | Lean

Nella rappresentazione iconografica delle attività TPM il pilastro della Sicurezza appare quasi sempre nella parte destra del tempio.

Considerando che nelle culture occidentali i testi e le immagini si leggono da sinistra a destra, la sensazione più o meno conscia è che il pilastro della Sicurezza non sembri essere il primo da prendere in considerazione.

Dal punto di vista pratico è pure vero che nell’implementazione e nello sviluppo di un programma TPM si dedica normalmente una grande attenzione a Manutenzione Autonoma, Manutenzione Pianificata e Miglioramento Mirato: i pilastri che normalmente sono rappresentati nella parte sinistra del tempio.

Sotto il profilo didattico inoltre, durante l’erogazione di corsi specifici riguardanti il TPM, l’enfasi posta sugli argomenti tecnici ed organizzativi supera di gran lunga l’attenzione rivolta alla Sicurezza.

Diventa allora lecito porsi degli interrogativi sull’importanza del pilastro Sicurezza?

Possibile che i Giapponesi intendessero dare all’argomento Sicurezza meno importanza di quella realmente necessaria?

A questo punto vale la pena fare qualche riflessione in merito.

Prima di tutto bisogna tenere conto che per il Popolo del Sol Levante la Sicurezza è un prerequisito più che una vera e propria attività: in poche parole è scontato che tale tema debba essere preso in considerazione prima di qualsiasi altra cosa.

Già durante il ciclo di scuola elementare ai piccoli studenti nipponici viene insegnata la cura ed il rispetto per i beni comuni (la pulizia delle scuole è una responsabilità degli studenti e degli insegnanti: i bidelli non ci sono!) così come la cultura della Sicurezza.

L’attuazione del piano di emergenza per evacuare gli edifici scolastici in caso di terremoto è cosa che gli studenti giapponesi imparano subito!

Nelle aziende del sol levante la prevenzione degli errori per la salvaguardia di Sicurezza, Ambiente e Qualità è un caposaldo: quotidianamente vengono svolte attività quali riunioni allo scopo di valutare i rischi connessi alle operazioni da svolgere, ispezioni di sicurezza a vari livelli e controlli periodici sull’osservanza delle regole base.

Nelle culture occidentali un approccio di questo tipo è meno scontato: se da un lato i popoli anglosassoni affrontano in maniera molto diretta le tematiche EHS, in altre nazioni la gestione dell’argomento è decisamente più superficiale.

Ecco quindi che il pilastro Sicurezza ed Ambiente si delinea in maniera più robusta e decisa nel tempio TPM.

Esso indica chiaramente la necessità di affrontare le tematiche EHS in maniera critica, strutturata e sistemica offrendo strumenti gestionali per gli eventi occorsi nonché metodi di valutazione preventivi e proattivi per la valutazione degli eventi futuri: una visione olistica del miglioramento continuo.

Sotto certi punti di vista il pilastro EHS ha una forte connotazione trasversale (così come il pilastro di Educazione e Formazione o Sviluppo del Personale) poiché la Sicurezza ha un forte peso su tutte le attività di Manutenzione Autonoma, Manutenzione Pianificata, Miglioramento Mirato, Manutenzione per la Qualità, ecc…

Volendo osservare le cose da un’angolazione diversa, si può affermare che la Sicurezza appartiene anche alle fondazioni del tempio TPM: ciò è testimoniato da alcune rappresentazioni grafiche dove la Sicurezza è visibile proprio alla base della struttura.

In altri casi le fondamenta del tempio sono costituite dalle 5S…che guarda caso hanno un forte legame con l’argomento EHS!

Gli stessi standard alla base della struttura hanno in qualche modo a che fare con la Sicurezza.

Quindi se nel tempio TPM la Sicurezza sembra essere relegata in una posizione meno importante rispetto ad altri aspetti del miglioramento continuo, un’analisi più approfondita dei fatti restituisce piena importanza al pilastro EHS.

D’altro canto, se l’istinto di conservazione è uno dei più forti nel genere umano, com’è possibile pensare ad un approccio olistico dove ci si prenda cura di macchinari e processi ma non di sé stessi?

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