Articolo di Giancarlo Oriani, CEO di STAUFEN.ITALIA
ERP, contabilità tradizionale, email.
Cosa hanno in comune questi tre elementi chiave della gestione aziendale, così diversi tra loro?
Che sono la causa di molti problemi aziendali, di frequente sono tre veri e propri drammi aziendali.
Gli ERP sono spesso sistemi molto macchinosi, che rappresentano perfettamente il concetto elaborato da Weber più di un secolo fa della trasposizione dei fini, che si manifesta quando un sistema qualsivoglia (ad esempio una procedura) non è più considerato un mezzo per raggiungere un fine, ma diventa esso stesso il fine. Molto spesso modifiche operative semplici ed efficaci non possono essere fatte semplicemente perché il “sistema non lo consente”. Pertanto, quello che doveva essere un sistema di razionalizzazione al servizio dell’efficacia ed efficienza aziendale, diventa un impedimento verso questi stessi obiettivi pur di garantire il proprio mantenimento.
La contabilità tradizionale si basa sulla valorizzazione del magazzino e sull’assorbimento dei costi fissi. Il primo fa sì che se spendo soldi per produrre qualcosa che finisce a magazzino, invece di chiedermi se ne valeva la pena, visto che nel breve sicuramente è uscito qualcosa dal portafogli ma non è entrato nulla, sono soddisfatto perché il mio attivo è salito (e quel che è peggio, se non spendo soldi per non ottenere ricavi, cioè se riduco il magazzino, sembra che stia peggiorando). Il secondo fa sì che sia spinto a produrre comunque, per ridurre il costo unitario di prodotto. Per cui anche in questo caso spendo soldi (per produrre), non incasso (perché il prodotto finito va a magazzino), ma sembra che il costo unitario sia diminuito, perché distribuisco i costi fissi su più unità di prodotto finito.
L’email è diventata la “panacea comunicativa”: è molto semplice scrivere qualsiasi cosa a tutti, così “nessuno mi può dire che non l’avevo detto”. Peccato che il sovraccarico di email fa sì che le email non vengano sempre lette, o lette distrattamente. I numerosi destinatari fanno sì che ognuno confidi che lo legga l’altro. Infine, certe comunicazioni sofisticate richiedono un’interazione più sofisticata, faccia a faccia, interativa, che l’email non consente. In sintesi, la comunicazione è peggiorata invece che migliorata.
Quali soluzioni? Ce ne sono, non tutte facili da applicare. Bisogna recuperare il buonsenso, perseguire la semplicità, regolare l’interazione diretta, limitare l’uso delle email. In sostanza, secondo me, diventare dei Lean Thinker.