L’errore umano, gli standard e la formazione

Maggio 4, 2022 Lean
Blog post by Dimitri Viale Learn more

Quante volte nella vostra organizzazione si è verificata una deviazione causata da un errore umano e, appurato che l’attività in questione fosse normata da uno standard, avete deciso di formare nuovamente chi ha commesso l’errore?

Tolto che la formazione, oltre ad essere necessaria per soddisfare requisiti legali, è uno dei pilastri su cui si basa la validazione di processo (altresì nota come “process validation” all’interno dello Shopfloor Management®), che cosa vi garantisce che la ripetizione della formazione su chi ha commesso lo sbaglio non cagioni il medesimo errore in futuro?

La reiterazione della formazione come azione correttiva o preventiva (CaPa – Corrective action, preventive action) può forse evitare il riproporsi di un errore umano facente ad esempio capo alla disattenzione?

Normalmente la mancata comprensione delle cause che hanno generato l’errore umano ci spingono a scegliere la strada apparentemente più semplice per il suo trattamento.

Sembra quasi che dover riconsiderare uno standard (…il documento è adeguato? È attuale? È eseguibile?!?) in termini di validazione di processo od il considerare un ausilio a prova di errore umano (Poka yoke) sia una vetta irraggiungibile rispetto alla ripetizione della formazione.

Questo comporta con tutta probabilità la ripetizione dell’inesattezza da parte di chi opera e come ben sappiamo “errare humanum estperseverare autem diabolicum”!

Voi come la vedete a tal proposito? Fatecelo sapere nei commenti!

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