Articolo di Carlo Trivellato, Senior Expert di STAUFEN.ITALIA
Sappiamo che le 5S in azienda sono una metodologia per l’organizzazione del posto di lavoro, con lo scopo principale di utilizzare meno spazio, meno sforzo, fare prima a fare le cose e con meno difetti, in linea con i principi lean.
In realtà, molto di più si potrebbe dire sulle sue finalità. Tuttavia voglio invece condividere una sfaccettatura di questa metodologia, applicata alla nostra vita privata.
Viviamo un tempo in cui siamo sommersi di oggetti. Siamo progressivamente passati dall’avere poche cose di grande valore, ad acquistare qualcosa solo per il gusto di farlo. Come risultato, la nostra casa si è riempita di cose.
Perché non le buttiamo? Perché non le sistemiamo? Tanto più che sono azioni semplici da compiersi.
Ho trovato interessante, nel libro della scrittrice giapponese Marie Kondo, l’approfondimento per cui la nostra capacità di riordinare e tenere la casa in ordine, sono sostanzialmente comportamenti che affondano le radici in una dimensione psicologica, visto che, oltre a quello materiale, ci sono altri tre elementi che contribuiscono al valore di un oggetto: la funzione che svolge, le informazioni che contiene e i sentimenti che evoca.
È su quest’ultimo che ritengo dobbiamo soffermarci. Fino a quando lasciamo nascosti nell’ultimo cassetto cose che non utilizziamo da un sacco di tempo, ammassati nell’armadio abiti che non metteremo, o accatastato sull’ultimo ripiano in garage chissà che cosa, non ci confrontiamo col presente, vivendo di fatto un eterno passato.
Pertanto, il selezionare e riordinare possono diventare un’opportunità di rinnovamento di noi stessi, un nuovo atteggiamento verso il mondo che ci circonda, un primo passo verso uno stile di vita ideale.